Autore: Dott. Antonio Scalone
La sindrome di Brugada è una rara patologia genetica che colpisce il sistema elettrico del cuore, aumentando il rischio di aritmie ventricolari letali. Questa condizione è caratterizzata da alterazioni nel tracciato elettrocardiografico (ECG), in particolare da onde J prominenti e sopraslivellamenti del tratto ST nelle derivazioni precordiali destre. La sindrome prende il nome dai fratelli spagnoli Brugada, che per descrissero questa condizione nel 1992.
La sindrome di Brugada è spesso associata a mutazioni genetiche, principalmente nel gene SCN5A, che codifica per i canali del sodio del cuore. Queste mutazioni compromettono il normale flusso di ioni sodio, portando a disfunzioni elettriche che possono causare fibrillazione ventricolare e morte cardiaca improvvisa. La sindrome è più comune nei maschi adulti tra i 30 e i 40 anni, ma può anche manifestarsi in bambini e giovani adulti, e in alcuni casi è responsabile di morti in culla.
Cosa può fare il mio cardiologo?
Il ruolo del cardiologo nella gestione della sindrome di Brugada è cruciale per prevenire complicazioni gravi e migliorare la qualità della vita dei pazienti. La diagnosi inizia con un'accurata anamnesi familiare e un esame ECG per identificare i segni caratteristici della sindrome. In alcuni casi, possono essere eseguiti test elettrodiagnostici provocatori, come il test all'ajmalina o alla flecainide, per confermare la diagnosi.
Una volta diagnosticata la sindrome di Brugada, in rari e particolari casi, il cardiologo può raccomandare l'impianto di un cardiovertitore-defibrillatore (ICD) per monitorare continuamente il ritmo cardiaco e intervenire rapidamente in caso di aritmie pericolose. L'ICD è un dispositivo impiantabile che può riconoscere e correggere automaticamente le aritmie ventricolari, salvando così la vita del paziente.
Oltre all'uso di dispositivi medici, il cardiologo può consigliare modifiche dello stile di vita per ridurre i fattori di rischio associati alla sindrome. Questo include evitare farmaci che possono aumentare il rischio di aritmie, evitare l'abuso di alcolici ed evitare situazioni che possono causare febbre o squilibri elettrolitici.
La gestione della sindrome di Brugada richiede anche un monitoraggio continuo e una stretta collaborazione tra il paziente e il cardiologo. Il cardiologo seguirà regolarmente il paziente per valutare l'efficacia del trattamento e apportare eventuali aggiustamenti necessari. Questa collaborazione a lungo termine è essenziale per garantire una buona salute cardiovascolare e prevenire complicazioni future.
In conclusione, la sindrome di Brugada è una condizione rara che richiede una gestione attenta e continua. Attraverso una diagnosi accurata, l'uso di dispositivi medici e modifiche dello stile di vita, il cardiologo può aiutare i pazienti a vivere una vita più sicura e sana.
Per avere una lista completa dei farmaci da evitare, è possibile riferirsi al sito www.brugadadrugs.org/drug-lists/ .